Biosimilari: cosa sono e come funzionano.

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Biosimilars Symbolbild

Una decisione difficile: ora che finalmente il farmaco biologico ha ridotto i miei dolori articolari, il medico mi propone di passare a un farmaco biosimilare, che avrebbe la stessa efficacia ma un prezzo notevolmente inferiore. Cosa devo fare?

Sicuri ed efficaci come i farmaci biologici

Recentemente in Germania è entrata in vigore una legge che stabilisce che in futuro ai pazienti debbano essere prescritti più frequentemente i farmaci biosimilari rispetto ai farmaci biologici. Anche in Svizzera sono stati pianificati dei provvedimenti per limitare i costi dei farmaci biologici. I pazienti dovrebbero accettare il cambio di medicamento?

«I pazienti possono essere certi che i biosimilari hanno la stessa efficacia dei farmaci biologici», afferma Stephan Krähenbühl, Direttore della Commissione medicamenti dell’Ospedale universitario di Basilea. «I produttori devono comprovare l’efficacia di tali medicamenti attraverso un numero sufficiente di studi. Finora, i farmaci biosimilari introdotti sul mercato svizzero non hanno evidenziato differenze in grado di influenzare l’efficacia o la sicurezza della terapia.»

grafico biosimilari
I farmaci biosimilari (come i farmaci biologici) sono molecole molto complesse che possono raggiungere i 20 000 atomi. Per fare un confronto, l'aspirina è composta da soli 21 atomi.

Cosa sono i farmaci biosimilari?

I farmaci biosimilari sono repliche dei farmaci biologici il cui brevetto è scaduto. I farmaci biologici e biosimilari vengono prodotti attraverso una complessa procedura di ingegneria genetica partendo da cellule vive. Tali medicamenti interrompono determinati segnali, interferendo per esempio nel processo infiammatorio dell’artrite reumatoide. Attualmente in Svizzera sono 15 i farmaci biologici omologati per le patologie reumatiche. Vengono utilizzati in parte anche per altre patologie, come la leucemia o le malattie infiammatorie intestinali. I farmaci biologici rappresentano una vittoria per i malati reumatici perché in molti casi permettono di tenere meglio sotto controllo la patologia.

Tabella dei biosimilari omologati in Svizzera per le malattie reumatiche (aggiornata a settembre 2019)

Principio attivo

Farmaco biologico originale

Farmaco biosimilare

Rituximab (infusione)

MabThera

Truxima
Rixathon

Infliximab (infusione)

Remicade

Remsima
Inflectra

Etanercept (iniezione)

Enbrel MyClic (penna preriempita)
Enbrel (siringa preriempita)

Benepali
Erelzi SensoReady (penna preriempita)
Erelzi (siringa preriempita)

Dubbi e fatti sui biosimilari

Un dubbio ricorrente dei medici è che, rispetto agli originali, i biosimilari siano meno efficaci, siano di minore qualità e abbiano più effetti collaterali. «Quando i primi farmaci biosimilari furono introdotti sul mercato, il termine ha dato l’impressione a molti colleghi che essi fossero solo simili e quindi non sostituibili», dice Wolf-Dieter Ludwig, Presidente della Commissione farmaci dell’Associazione tedesca dei medici (AkdÄ). «La lobby farmaceutica dei produttori dei farmaci utilizzava regolarmente lo slogan ‹simili ma non uguali› per limitare le prescrizioni di biosimilari da parte dei medici.»

Il fatto è che, diversamente dai farmaci generici (repliche di medicamenti prodotti con procedimenti chimici, come gli antidolorifici o gli antibiotici), i biosimilari non sono una copia identica del preparato originale, ma presentano delle differenze minime. Perfino i nuovi lotti di un farmaco biologico non sono del tutto identici a quelli precedenti.

L’autorità di omologazione verifica che la differenza tra biologico e biosimilare sia nei limiti consentiti. L'azienda farmaceutica deve quindi dimostrare che la differenza tra il suo biosimilare e l’originale è tale da non influenzarne l’efficacia e la sicurezza rispetto all’originale. Siccome l’efficacia e la sicurezza del farmaco biologico originale è già nota, i farmaci biosimilari sono sottoposti a una procedura di omologazione semplificata.

Applicazioni nella terapia

Nella terapia con biosimilari occorre distinguere tra pazienti che non hanno mai assunto medicamenti prodotti con tecniche di ingegneria genetica e tra pazienti che attualmente ne assumono uno che il medico propone di cambiare. Diego Kyburz, Primario di reumatologia presso l’Ospedale universitario di Basilea e Presidente della Società svizzera di reumatologia, ammette: «I reumatologi in Svizzera prescrivono ancora troppo raramente un biosimilare, soprattutto se per il paziente è la prima volta. Un numero sufficiente di studi, però, conferma che è possibile iniziare direttamente con un biosimilare o cambiare successivamente mantenendo la stessa efficacia e sicurezza.»

In alcuni casi è stato segnalato un effetto nocebo: un atteggiamento negativo nei confronti del biosimilare si ripercuote negativamente sul successo del trattamento. In uno studio condotto in Olanda, ad esempio, su un totale di 192 pazienti, uno su quattro ha interrotto la terapia dopo essere passato a un biosimilare del principio attivo antireumatico infliximab perché riteneva che non funzionasse, perché aveva effetti collaterali o per entrambe le ragioni. Nell’ambito di uno studio danese, dopo il passaggio al biosimilare di infliximab, uno su undici degli 802 pazienti ne ha interrotto l’assunzione a causa della sua apparente inefficacia, sebbene la malattia reumatica continuasse a essere sotto controllo come prima.

Secondo i ricercatori dell'Università di Torino, se la terapia viene somministrata in un contesto negativo si verifica un aumento dei messaggeri del dolore e un incremento dell'attività nervosa nelle regioni cerebrali coinvolte nella percezione del dolore. Sembra però che la consapevolezza da parte del paziente dell’assunzione di un biosimilare svolga un ruolo importante. In alcuni studi in doppio cieco (nei quali né il medico né il paziente sapevano se venisse somministrato un biosimilare) la terapia è stata interrotta da un numero molto inferiore di pazienti. «In genere suggerisco un biosimilare, soprattutto se il paziente non ha mai assunto un farmaco biologico», afferma il reumatologo Kyburz. «Se però si tratta di un paziente gravemente malato che, dopo numerosi farmaci biologici ha finalmente trovato quello che lo aiuta, sono molto cauto a passare a un biosimilare.»

Risparmi annuali di 40 milioni di franchi

Andreas Schiesser, esperto di tariffe presso l’associazione di assicurazioni malattie curafutura, ha calcolato che i medici prescrivono i farmaci biologici originali con una frequenza cinque volte superiore a quella dei biosimilari. «Ne derivano costi enormi che nella maggior parte dei casi sono ingiustificati.» Secondo i calcoli di Schiesser, la Svizzera potrebbe risparmiare fino a 40 milioni di franchi all'anno se i medici prescrivessero più spesso i biosimilari.

Si tratta di un risparmio necessario perché da anni le casse malati registrano un aumento costante della spesa per i farmaci prodotti con tecniche di ingegneria genetica. Secondo i calcoli di curafutura, nel 2013 sono stati spesi «solo» 386 milioni all'anno, mentre oggi le spese della Svizzera ammontano a 571 milioni. «Nel nostro Paese non ci sono incentivi per prescrivere biosimilari», dice Martina Weiss, esperta di farmaci presso l'assicurazione malattie Helsana. «I preparati originali sono ancora leader di mercato e i medici ricorrono ai biosimilari con titubanza. Siamo chiaramente in ritardo rispetto ad altri paesi europei.»

La titubanza dei medici deriverebbe da diversi motivi. Da un lato, i medici vogliono mantenere la loro libertà terapeutica. Dall’altro, i medici non sono obbligati a prescrivere il farmaco più economico. «Continuiamo inoltre a notare che i produttori di preparati originali concedono sconti a molti medici. Tutti questi fattori ostacolano un uso maggiore dei biosimilari.» Secondo Wolf-Dieter Ludwig, Presidente della Commissione farmaci dell’Associazione tedesca dei medici (AkdÄ), promuovere maggiormente la diffusione dei biosimilari è importante e opportuno. «Tuttavia, non spetta al farmacista decidere la somministrazione di un biosimilare.»

Le speranze del sistema di prezzi di riferimento

Rispetto al contesto internazionale, in Svizzera le condizioni per i produttori di preparati originali sono paradisiache. La legge lascia molta libertà a medici e farmacisti e i pazienti ricevono più facilmente una costosa preparazione originale invece di un farmaco generico più economico. Per esempio, se il medico scrive «Aspirina® Cardio» su una ricetta senza specificare che deve trattarsi dell’Aspirina originale, il farmacista può consegnare al paziente l’acido acetilsalicilico, il generico più economico. Si tratta però di una possibilità e non di un obbligo, e il farmacista può vendere al paziente anche l’Aspirina, che ha un prezzo maggiore.

Il farmacista ha quindi il diritto (ma non l’obbligo) di consegnare un farmaco generico. Questo diritto di sostituzione si applica a tutti i medicamenti riportati nell’Elenco delle specialità, che però non include i biosimilari. Il nuovo sistema di prezzi di riferimento che il Consiglio federale vuole introdurre promuoverebbe la prescrizione di biosimilari più convenienti. Per spiegarlo in modo semplice, questo sistema permetterebbe alle casse malati di pagare solo un prezzo notevolmente inferiore a quello del farmaco biologico, a meno che il medico non abbia espressamente prescritto l'originale per ragioni mediche. Se il paziente preferisce comunque l’originale deve pagare la differenza di prezzo. «Chiediamo il sistema di prezzi di riferimento da molto tempo», dice Martina Weiss della Helsana. «Se non risparmiamo sui medicamenti che hanno un brevetto scaduto, presto non potremo più permetterci di innovare.»

Cosa pensano i pazienti?

Spesso ci si dimentica una domanda importante: cosa pensano i pazienti dei biosimilari? Secondo Valérie Krafft, Direttrice della Lega svizzera contro il reumatismo, i pazienti desiderano che le informazioni relative ai medicamenti siano trasparenti e comprensibili. «Solo così sono in grado di decidere insieme al proprio medico se assumere un farmaco biosimilare.»

Perché un paziente dovrebbe accettare di cambiare farmaco se esiste il rischio che il biosimilare sia meno efficace nel suo caso? Non c’è alcun vantaggio economico nel passaggio da un farmaco biologico a un biosimilare: i costi annuali della terapia sono così elevati per entrambi i medicamenti che il paziente deve pagare l’aliquota percentuale massima anche per un farmaco biosimilare. Il paziente però può avere dei vantaggi indiretti in quanto la riduzione delle spese per le casse malati determina anche una riduzione della pressione sui premi.

Autrice: Felicitas Witte

Prima pubblicazione: 4 ottobre 2019

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